03 dicembre 2008

Golpe di stato, aggiornamenti

Ancora una testimonianza del direttore di Radio Sol Mansi:

"...la Guinea sta vivendo giorni molto intensi e contrastanti. Vi scrivevo sul buon esito delle votazioni. Ha vinto il PAIGC con 67 deputati su 100, mentre il secondo partito ne ha 28. Altri 3 partiti hanno 1 deputato. Quindi risultati che promettono stabilità e possibilità di governare. Abbiamo intervistato il futuro primo ministro, che propone un programma molto interessante;quando fu primo ministro per un anno in effetti lavorò molto bene, ma allora fu fatto dimettere dal Presidente della Repubblica. Ora la gente si aspetta molto da lui. Purtroppo queste belle notizie sono state rovinate da chi vuole la Guinea Bissau in continua instabilità. La notte del 23 novembre un gruppo di militari ha attaccato la residenza del presidente della repubblica. Molti spari, una guardia presidenziale morta, vari feriti. Il Presidente e la famiglia "miracolosamente" illesi.La gente è demoralizzata. Ma qui il quadro si complica. Da una parte, di positivo, molte marce per la Pace: la gente è questo che vuole. Dall'altra, molte cose restano oscure. Perché un assalto di 4 ore con bazooka e altre armi militari non ha richiamato i tanti militari presenti in città? La polizia, che ha la sede a poche centinaia di metri… non ha sentito? Subito si sono alzate varie accuse (ai nemici del presidente), ma la versione ufficiale di un assalto armato con uno sforzo di difesa non tiene neanche alla più affrettata perizia balistica. Chi ne ha guadagnato è stato il Presidente, che da una settimana riceve visite, espressioni di solidarietà, incoraggiamento a continuare… Io non posso dirvi di più, per evidenti motivi. Chi ha orchestrato il tutto o non ha perso niente (solo 5 arrestati, i soliti militari mandati allo sbaraglio), o ci ha guadagnato con l'instabilità che favorisce ogni traffico illecito e il non rispetto della legalità. Chi ci ha perso è la gente: di nuovo paura, sfiducia di chi vuole investire in Guinea, rinvio di aiuti economici… "

24 novembre 2008

Mais um golpe na Guiné...

Infelizmente o civismo manifestado durante as eleições tem sido neutralizado por outra tentativa de golpe...
Na noite entre sexta e sábado – em concomitância com o meu 5º ataque de paludismo (!) - houve um assalto à casa do Presidente Nino Vieira. Houve pelo menos um morto e um ferido grave, conforme relataram os meios de comunicação. Todavia há ainda pormenores (!) que não foram esclarecidos, por exemplo o envolvimento dos políticos derrotados na intentona. Foram utilizadas armas pesadas: eu que moro no mesmo bairro ouvi tudo e claramente estava muito preocupada, parecia de estar em guerra. De qualquer forma, parece que a situação já esteja sob controle, embora haja pessoal estrangeiro das embaixadas e das grandes ONG internacionais que está a deixar o País.

PAIGC al governo

82% é stata la percentuale dei votanti nelle ultime legislative, i cui risultati sono stati ufficializzati venerdi. Vittoria schiacciante del PAIGC, Partito Africano per l’Indipendenza di Guinea-Bissau e Capo Verde, che si é assicurato ben 67 deputati in Parlamento, garantendo un governo forte (e - si spera - stabile) per i prossimi 4 anni. La vittoria é soprattutto di Carlos Gomes Júnior (Cadogo), candidato di punta del PAIGC, nel quale i guineensi hanno riposto le loro speranze di cambiamento. Incredibile assistere all’esultanza degli abitanti della capitale, subito dopo la lettura dei risultati alla radio: una manifestazione spontanea che si é sviluppata per le vie di Bissau e che - lo confesso - mi ha generato un certo groppo alla gola...
A questo punto i guineensi, e con loro chi si preoccupa delle sorti di questo Paese, non possono che augurarsi che la fiducia accordata a Cadogo sia stata ben riposta. Attendiamo fiduciosi...

19 novembre 2008

Elezioni, il giorno dopo...

Da una comunicazione di p.Davide Sciocco, direttore di Radio Sol Mansi:

"...domenica 16 novembre si sono svolte le elezioni legislative in Guinea Bissau. Dopo una campagna elettorale accesa ma senza incidenti, anche il giorno del voto le cose sono andate globalmente bene. Nessun episodio di violenza, e nonostante alcuni problemi organizzativi,tutti hanno potuto votare, anche nei luoghi più dispersi. Solo a Nord di Mansoa e Bissorà, per problemi organizzativi, il voto non si è realizzato e si sta svolgendo oggi (lunedì). La gente ha grande attesa, perché la situazione è davvero grave: la crisi alimentare sta colpendo i più poveri (cioè quasi tutti) in modo molto forte, ed è ormai normale, anche in Bissau, mangiare una volta sola al giorno. Le scuole pubbliche e l'università statale non hanno ancora iniziato l'anno scolastico e i funzionari non ricevono da mesi il magro stipendio. Per noi di radio Sol Mansi sono state settimane intense di lavoro e sensibilizzazione. Il fatto che campagna elettorale e elezioni si siano svolte senza disordini ci rallegra, perché pensiamo di aver dato la nostra parte, insieme alle altre radio, che quest'anno si sono unite per favorire un clima di dialogo. Il giorno delle elezioni siamo stati per 14 ore consecutive in radio, per trasmettere in diretta lo svolgimento del voto, informare la gente e favorire il lavoro delle Commissioni regionali delle elezioni, che attraverso la Radio venivano a sapere dove le urne non erano arrivate o dove c'erano problemi. I nostri 35 corrispondenti,più le equipe di Bissau, Mansoa e Bafatá hanno lavorato con grande professionalità e entusiasmo. Molta gente e responsabili di Istituzioni hanno telefonato per congratularsi. Ieri sera ero stanchissimo ma felice, non solo per il contributo dato al buono svolgimento delle elezioni, ma perché ho avuto la conferma che dando possibilità di formazione e lavoro ai nostri giovani si possono raccogliere grandi risultati. Ora attendiamo i risultati. Noi sappiamo già, tramite i corrispondenti, il probabile risultato, ma per legge sarà la Commissione Nazionale per le elezioni ad annunciarlo. Preghiamo perché gli sconfitti accettino democraticamente il risultato del voto. Non ci sono infatti segni di brogli significativi."

14 novembre 2008

Aspettando le legislative

Reduce dall’ennesimo trasloco, ora posso finalmente vantarmi di abitare in centro cittá! Al mattino vado al lavoro a piedi (20 minuti di strada sono una bazzeccola in confronto ai km macinati a Bubaque!) e - incredibile! – nella nuova casa la luce arriva sia di giorno che di notte: dopo 3 anni di privazioni confesso che non sono piú abituata a tanto lusso! Temo peró che tanta grazia dipenda dalla campagna elettorale che da 2 settimane a questa parte monopolizza la vita del Paese. Niente di nuovo sotto il sole di Bissau: comizi a non finire, piú simili ad arroganti prove di forza che a ponderate presentazioni programmatiche; ministeri e uffici pubblici paralizzati, dal momento che direttori e funzionari – nel tentativo di preservare il posto – hanno momentaneamente messo da parte i propri incarichi per schierarsi a fianco dell’uno o dell’altro partito, disponibilizzando vetture, denaro e abitazioni private; camion carichi di giovani simpatizzanti, striscioni e musica a tutto volume per attirare e convincere gli indecisi; grande dispendio di mezzi, soldi e energie per accaparrarsi il favore di un elettorato in parte ancora poco consapevole rispetto a diritti civici e partecipazione consapevole.
A queste latitudini – ahimé - i voti si comprano e si vendono ancora con facilitá ed alla vigilia delle elezioni la capitale Bissau sembra vivere al di sopra delle sue possibilitá, forse per dare una falsa immagine di sé agli osservatori internazionali. In campo sono scesi numerosi partiti, ma a fare la parte del leone saranno 3 sole formazioni: il PRID di Aristides Gomes (sospettato di coinvolgimento nel giro del narcotraffico), il PRS di Kumba Yala, istigatore di odii etnici e di confusione alla massima potenza, il grande gigante PAIGC, che per risollevarsi scommette sull’imprenditore Carlos Gomes Jr., affidando peró la campagna elettorale ad un giullare del calibro di Baciro Dabó, politico, cantante e showman (vi ricorda qualcuno?..).
Le legislative sono previste per domenica e per ora tutto sembra calmo ... forse troppo calmo. Ho chiesto un po’ in giro per sondare il terreno ma nessuno sa bene cosa aspettarsi. Alcuni ambasciatori, i rappresentanti delle piú importanti ONG ed altri pezzi grossi hanno prenotato un biglietto aereo per allontanarsi dal Paese prima di domenica ... ma tutto questo allarmismo lascia il tempo che trova, visto che per il momento ambasciate e consolati non hanno fornito nessuna direttiva ufficiale. Quel che é certo, é che il 16 novembre nessun mezzo di trasporto potrá circolare e che gli stranieri residenti a Bissau sono stati invitati a limitare gli spostamenti all’interno del Paese, restando in casa.
I guineensi attendono questo momento con un misto di ansia e rassegnazione, in bilico tra la speranza di un cambiamento che inneschi un decisivo giro di vite e la delusione di chi da anni assiste impotente ai giochi di potere di una classe politica corrotta e violenta.
Incrociamo le dita e preghiamo...; che il cambiamento tanto atteso possa veramente iniziare.

09 novembre 2008

MISSIONE QUINARA/RGB HORTIPESCA





Tutto è iniziato con la solita frase di Hélder, il mio capo all’INDE (Intercooperação e Desenvolvimento www.inde.pt): “Daniela, seria um problema viajares na próxima quarta?...”. Certo che no, chefe, sai che Bissau mi sta stretta e che adoro la vita dei villaggi… Stavolta si trattava di preparare e accompagnare la visita del supervisore della Commissione Europea al progetto che da 3 anni a questa parte l’INDE porta avanti nella regione di Quinara, Sud della Guinea. Il progetto in questione (“RGB Hortipesca”) passa per corsi di alfabetizzazione per adulti, casse di risparmio e microcredito, radio VHF per permettere la comunicazione tra i villaggi, cooperative di pescatori e orti comunitari, nel tentativo di migliorare le condizioni di vita della popolazione locale. Era da un pezzo che non mi si presentava l’opportunità di effettuare una visita sul terreno ed anche stavolta io ed i partner locali dell’INDE (le ONG guineensi AMIN e DIVUTEC) non ci siamo fatti mancare tutto il corollario di avventure e inconvenienti ben conosciuti da chi lavora fuori dalla capitale Bissau: pneumatici furati in piena foresta, interminabili viaggi lungo precarie strade di terra battuta, tra balzelli e scossoni e piccoli incidenti (il bollettino di guerra stavolta contempla la morte di una gallina e di un katcur di mangu, una specie di puzzola gigante rea di aver attraversato la strada al momento sbagliato), piccole comunità di etnia beafada isolate dal resto del mondo, ma con una grande capacità di accoglienza ed un sorprendente dinamismo interno. La sveglia puntata alle 5.30 ed una certa dose di testardaggine ci hanno permesso di arrivare fino a Darsalam, località sperduta in mezzo al mato. Scoiattoli, gazzelle, scimmiette, lucertoloni verdi…: mai visto tanti animali così da vicino! Più di tutto, però, colpisce lo spirito di sacrificio di chi lavora in prima linea perché il progetto funzioni, guineensi mal pagati, spesso volontari, che nella calura del tempo delle piogge o sotto il sole a picco inforcano la moto e si spostano nelle tabanche più isolate accompagnando, consigliando, controllando, aiutando… Una cooperazione povera di mezzi, se comparata con le grandi organizzazioni internazionali che ormai proliferano ed imperano anche in Guinea, ma fatta col cuore, dagli africani per gli africani. Me ne rendo conto una volta di più: per chi ama l’Africa e la sua gente, fare questo lavoro è davvero un privilegio.

Notizie dal Congo

La parola a p.Renzo, missionario dehoniano in RD Congo...


“E’ dominio comune anche in Occidente dei tristi fatti di guerra di questi giorni all'Est del Paese. Inerzia di molti (la Comunità Internazionale, l'ONU, il governo di Kinshasa...) ed attivismo di altri (piccoli signori della guerra, affaristi, compagnie in cerca di minerali, Paesi vicini con forti interessi in Congo). Come ritornello le sofferenze e la disperazione della popolazione, ostaggio dei "grandi" e delle loro politiche. Popolazione senza voce, senza mezzi per reagire. Una storia infinita, per ora senza lieto fine. Terreno fertile per nuove ribellioni, per l'ingresso di nuovi profittatori. Chi ci libererà? A ciascuno educarsi ed educare affinché i nostri occhi e gli occhi altrui vedano ovunque l'uomo e la sua dignità, uomo come me, desideroso di tutto il bene come me, figlio di Dio come me... Si, per chi non ha i mezzi della politica e rifiuta quelli della forza si apre la strada delle coscienze, della sua - innanzitutto - e di quella delle persone che può incontrare, in tutte le situazioni di vita e a tutte le latitudini.

Le notizie di guerra di questi giorni non toccano Babonde, nel nostro territorio tutto rimane calmo … ma anche teso, perché quella che sembrava oramai un'epoca di normalizzazione, si rivela invece carica di ulteriore instabilità”.