Reduce dall’ennesimo trasloco, ora posso finalmente vantarmi di abitare in centro cittá! Al mattino vado al lavoro a piedi (20 minuti di strada sono una bazzeccola in confronto ai km macinati a Bubaque!) e - incredibile! – nella nuova casa la luce arriva sia di giorno che di notte: dopo 3 anni di privazioni confesso che non sono piú abituata a tanto lusso! Temo peró che tanta grazia dipenda dalla campagna elettorale che da 2 settimane a questa parte monopolizza la vita del Paese. Niente di nuovo sotto il sole di Bissau: comizi a non finire, piú simili ad arroganti prove di forza che a ponderate presentazioni programmatiche; ministeri e uffici pubblici paralizzati, dal momento che direttori e funzionari – nel tentativo di preservare il posto – hanno momentaneamente messo da parte i propri incarichi per schierarsi a fianco dell’uno o dell’altro partito, disponibilizzando vetture, denaro e abitazioni private; camion carichi di giovani simpatizzanti, striscioni e musica a tutto volume per attirare e convincere gli indecisi; grande dispendio di mezzi, soldi e energie per accaparrarsi il favore di un elettorato in parte ancora poco consapevole rispetto a diritti civici e partecipazione consapevole.
A queste latitudini – ahimé - i voti si comprano e si vendono ancora con facilitá ed alla vigilia delle elezioni la capitale Bissau sembra vivere al di sopra delle sue possibilitá, forse per dare una falsa immagine di sé agli osservatori internazionali. In campo sono scesi numerosi partiti, ma a fare la parte del leone saranno 3 sole formazioni: il PRID di Aristides Gomes (sospettato di coinvolgimento nel giro del narcotraffico), il PRS di Kumba Yala, istigatore di odii etnici e di confusione alla massima potenza, il grande gigante PAIGC, che per risollevarsi scommette sull’imprenditore Carlos Gomes Jr., affidando peró la campagna elettorale ad un giullare del calibro di Baciro Dabó, politico, cantante e showman (vi ricorda qualcuno?..).
Le legislative sono previste per domenica e per ora tutto sembra calmo ... forse troppo calmo. Ho chiesto un po’ in giro per sondare il terreno ma nessuno sa bene cosa aspettarsi. Alcuni ambasciatori, i rappresentanti delle piú importanti ONG ed altri pezzi grossi hanno prenotato un biglietto aereo per allontanarsi dal Paese prima di domenica ... ma tutto questo allarmismo lascia il tempo che trova, visto che per il momento ambasciate e consolati non hanno fornito nessuna direttiva ufficiale. Quel che é certo, é che il 16 novembre nessun mezzo di trasporto potrá circolare e che gli stranieri residenti a Bissau sono stati invitati a limitare gli spostamenti all’interno del Paese, restando in casa.
I guineensi attendono questo momento con un misto di ansia e rassegnazione, in bilico tra la speranza di un cambiamento che inneschi un decisivo giro di vite e la delusione di chi da anni assiste impotente ai giochi di potere di una classe politica corrotta e violenta.
Incrociamo le dita e preghiamo...; che il cambiamento tanto atteso possa veramente iniziare.