09 novembre 2008
MISSIONE QUINARA/RGB HORTIPESCA
Tutto è iniziato con la solita frase di Hélder, il mio capo all’INDE (Intercooperação e Desenvolvimento www.inde.pt): “Daniela, seria um problema viajares na próxima quarta?...”. Certo che no, chefe, sai che Bissau mi sta stretta e che adoro la vita dei villaggi… Stavolta si trattava di preparare e accompagnare la visita del supervisore della Commissione Europea al progetto che da 3 anni a questa parte l’INDE porta avanti nella regione di Quinara, Sud della Guinea. Il progetto in questione (“RGB Hortipesca”) passa per corsi di alfabetizzazione per adulti, casse di risparmio e microcredito, radio VHF per permettere la comunicazione tra i villaggi, cooperative di pescatori e orti comunitari, nel tentativo di migliorare le condizioni di vita della popolazione locale. Era da un pezzo che non mi si presentava l’opportunità di effettuare una visita sul terreno ed anche stavolta io ed i partner locali dell’INDE (le ONG guineensi AMIN e DIVUTEC) non ci siamo fatti mancare tutto il corollario di avventure e inconvenienti ben conosciuti da chi lavora fuori dalla capitale Bissau: pneumatici furati in piena foresta, interminabili viaggi lungo precarie strade di terra battuta, tra balzelli e scossoni e piccoli incidenti (il bollettino di guerra stavolta contempla la morte di una gallina e di un katcur di mangu, una specie di puzzola gigante rea di aver attraversato la strada al momento sbagliato), piccole comunità di etnia beafada isolate dal resto del mondo, ma con una grande capacità di accoglienza ed un sorprendente dinamismo interno. La sveglia puntata alle 5.30 ed una certa dose di testardaggine ci hanno permesso di arrivare fino a Darsalam, località sperduta in mezzo al mato. Scoiattoli, gazzelle, scimmiette, lucertoloni verdi…: mai visto tanti animali così da vicino! Più di tutto, però, colpisce lo spirito di sacrificio di chi lavora in prima linea perché il progetto funzioni, guineensi mal pagati, spesso volontari, che nella calura del tempo delle piogge o sotto il sole a picco inforcano la moto e si spostano nelle tabanche più isolate accompagnando, consigliando, controllando, aiutando… Una cooperazione povera di mezzi, se comparata con le grandi organizzazioni internazionali che ormai proliferano ed imperano anche in Guinea, ma fatta col cuore, dagli africani per gli africani. Me ne rendo conto una volta di più: per chi ama l’Africa e la sua gente, fare questo lavoro è davvero un privilegio.